Come garantirci la tutela dell'opera
Copiare un file digitale è un’operazione molto semplice.
Lo sanno bene le case discografiche e cinematografiche, che combattono una battaglia senza esclusione di colpi (e in gran parte già perduta) per impedire la diffusione di copie digitali non autorizzate e, soprattutto, non pagate, delle opere da loro distribuite. Normalmente gli utenti non vedono di buon occhio questi tentativi di difesa, e non trovano nulla di grave nel duplicare un file per passarlo alla fidanzata o agli amici.
C’è però un rovescio della medaglia: il vantaggio di vivere nell’era digitale è la grande facilità con cui è possibile produrre opere artistiche in proprio.
Sono molte le persone che producono musica, foto e video in formato digitale, anche solo per diffonderli tra amici e conoscenti, e che non gradiscono affatto l’idea che il parto del loro ingegno venga copiato, diffuso nelle reti peer to peer e replicato in innumerevoli copie attraverso Internet, diventando così, di fatto, di pubblico dominio.
Non tutti hanno voglia di contribuire in modo spontaneo e anonimo all’arricchimento della cultura in Rete.
Chi preferisce evitarlo deve mettere in pratica alcuni accorgimenti per affermare il proprio diritto di autore.
Basta un avvertimento?
Un primo passo per evitare che i vostri file multimediali vengano diffusi senza il vostro permesso può essere semplicemente quello di inserire al loro interno un’indicazione del fatto che il loro utilizzo non è libero.

Copyright nelle immagini fotografiche
questo può essere fatto inserendo un’indicazione di copyright all’interno dei dati EXIF.
Tuttavia è molto raro che questi dati vengano visualizzati, quindi è possibile che la cosa passi inosservata.
L’indicazione andrebbe comunque accoppiata con una scritta sovraimpressa all’immagine con l’indicazione dell’autore e il simbolo del copyright.
È un sistema utilizzato molto spesso per le foto all’interno dei siti Web.
Per i file audio vale un discorso simile: un’indicazione sul copyright dei file può essere inserita all’interno dei dati contenuti nelle tag ID3.
Anche in questo caso, però è probabile che l’indicazione non venga mai visualizzata.
Una possibilità è quella di inserire un annuncio audio all’interno del file che ne attesti il divieto di diffusione.
Questi espedienti hanno comunque un valore di deterrenza abbastanza limitato.
I dati EXIF e ID3, infatti, possono essere facilmente modificati da chiunque volesse “ripulirli” da qualunque accenno al copyright.
È più difficile eliminare le scritte o gli annunci audio, ma bisogna notare che l’efficacia di questo tipo di protezione è direttamente proporzionale all’impatto che hanno sul file.
Una scritta al centro di una foto o un annuncio vocale sovrapposto a un passaggio chiave di un brano musicale sono ineliminabili, ma intaccano gravemente la fruibilità dei contenuti.
D’altra parte, ponendoli rispettivamente in un angolo della foto o in coda al brano diventa molto facile eliminarli con un “taglio” mirato. Successivamente vedremo come aggiungere messaggi all’interno dei dati EXIF e ID3, e anche come aggiungere scritte in sovraimpressione a una foto.
Steganografia e watermarking
Un espediente più efficace è quello della steganografia.
Il termine deriva dal greco “steganos”, che vuol dire “nascosto”, e significa infatti “scrittura nascosta”. È un metodo che prevede l’inserimento di messaggi all’interno di un file. Tali messaggi risultano invisibili a chi fruisce del file in maniera normale, ma possono essere visualizzati attraverso lo stesso software utilizzato per inserirli.
La steganografia è stata inventata principalmente come mezzo di comunicazione segreta: permette di inviare dei file all’apparenza innocui ma in realtà contenenti dati di tutt’altro genere, eludendo eventuali controlli.
Tuttavia il metodo è utilizzabile anche per inserire indicazioni relative al copyright.
Questa tecnica è nota come watermarking, dalla parola inglese “watermark” che significa “filigrana”. Si tratta infatti di inserire un dato visibile solo in particolari condizioni, un po’ come accade per la filigrana delle banconote, che è visibile solo controluce.
Nel caso di questa “filigrana elettronica”, la deterrenza non risiede nell’informare l’utente del divieto di diffondere il file (questo tipo di avvertimento andrà inserito altrove), bensì nella possibilità di dimostrare successivamente che i file copiati provengono effettivamente da una fonte da cui era proibito prelevarli.
In effetti, l’efficacia del watermarking è maggiore se è possibile utilizzarla per identificare un singolo utente. Se volete distribuire in visione dei CD contenenti le vostre fotografie o i vostri brani musicali, potete creare delle copie personalizzate per ciascun destinatario, i cui file contengano in watermark l’indicazione della sua identità.
In questo modo, se dovessero in seguito diffondersi delle copie pirata dei vostri file, potrete facilmente scoprire chi ha tradito la vostra fiducia condividendole senza il vostro permesso. Il problema di questo tipo di tecnica è che, in caso di alterazione anche minima del file, il messaggio può andare perduto, nel caso in cui venga modificata proprio quella porzione dei dati che lo contiene.
Bisogna infatti tenere conto che un file multimediale può essere ancora utilizzabile anche dopo aver subito alterazioni profonde. Per esempio, un file audio come l’MP3 può essere compresso con tecniche che eliminano una grande percentuale dei dati. Un’immagine può essere tagliata, ruotata o “ricampionata” portandola a una risoluzione diversa dall’originale, tutte operazioni che comportano una modifica del contenuto originale.
I software più sofisticati utilizzano perciò delle tecniche che inseriscono il watermark entro parti “cruciali” del file, che difficilmente verrebbero modificate anche in caso di rielaborazione. Un altro problema è legato al fatto che, comunque, l’introduzione di watermark comporta l’inserimento di dati “estranei” al file che potrebbero alterarne in qualche misura la qualità.
Infine, vogliamo segnalare un’ambiguità terminologica. Poiché watermark significa “filigrana”, il termine viene utilizzato talvolta anche per indicare le scritte in sovraimpressione di cui abbiamo parlato precedente, sebbene normalmente parlando di filigrana digitale si intenda quella di tipo steganografico.
Copyright e Creative Commons
Nell’affermare il vostro diritto d’autore dovete decidere se vi interessa bandire qualsiasi uso non autorizzato della vostra opera, o se invece vi accontentate del fatto che il vostro nome venga citato, e per il resto ritenete che i vostri file siano utilizzabili liberamente, purché non a scopo di lucro.
Nel primo caso, è consigliabile aggiungere la dicitura “Tutti i diritti riservati”.
Nel secondo, potete invece specificare che i file vengono diffusi sotto la licenza Creative Commons.
Nel sito creativecommons.it potete trovare tutte le informazioni necessarie su come proteggere i file con questa licenza.
Aggiungere una nota di copyright ai file
Spieghiamo come allegare ai file indicazioni relative al loro autore e al tipo di licenza d’uso, sia sotto forma di annunci visibili, sia come dati interni.
La maggior parte dei software che consentono di visualizzare e ritoccare file fotografici permettono anche di accedere ai dati EXIF e di modificarli.
Un possibile esempio è il diffusissimo visualizzatore di fotografie IrfanView (irfanview. com).
Ecco come utilizzarlo per inserire nei dati EXIF un’indicazione di copyright.
Aprite la foto con IrfanView, dopodiché selezionate, nel menu Immagine, la voce Informazioni. Si aprirà una finestra, all’interno della quale farete clic sul pulsante IPTC. Si aprirà una nuova finestra, nella quale, alla voce Copyright, scriverete il vostro nome e un’indicazione, per esempio “Tutti i diritti riservati”.
Fate clic su “Write”, poi su “OK” e salvate la foto.
Un’analoga operazione si può compiere con i tag ID3 dei file audio, per esempio di quelli in formato MP3.
Molti programmi permettono di accedere ai tag ID3, tra cui anche il software di riproduzione WinAmp.
Per modificare i dati MP3 con WinAmp, aprite il file e poi, all’interno della finestra principale, fate clic destro sul suo nome e selezionate la voce “Visualizza informazioni sul file…”.
Nella finestra che si aprirà, selezionate la scheda ID3v2 e, alla voce “Copyright”, scrivete il vostro nome e l’avviso desiderato.
Se i tag ID3v2 non fossero disponibili sul file, scrivete il messaggio altrove, per esempio alla voce “Commenti”
Per inserire un’indicazione di copyright
in modo visibile all’interno di un’immagine si può usare un qualsiasi programma di fotoritocco o disegno.
Esistono però anche software specifici.
Uno di questi è Visual Watermark, scaricabile dal sito visualwatermark.com.
Il programma è utilizzabile per un periodo di prova, dopodiché è necessario acquistare la licenza.
Scaricate innanzitutto il software dal sito, installatelo, e avviatelo. Fate clic su “Add” e selezionate la foto da proteggere. Fate poi clic su “Next” e “Create New Watermark”, poi su “Add Text”, e digitate, per esempio, il vostro nome.
Fate clic su “OK” e, col mouse, spostate la dicitura nel punto desiderato (potete cambiare la visuale spostando la cornice rossa sull’immagine in alto a destra, e modificarne le dimensioni e l’orientamento utilizzando gli appositi quadratini). Selezionate la voce di menu “Apply Watermark Changes”.
Fate clic ancora due volte su “Next”, selezionate il formato desiderato per l’immagine da creare, e poi fate clic su “Protect”.
Proteggere un file audio con i DRM
Ecco come aggiungere una protezione DRM a un file audio di vostra creazione utilizzando Windows Media Player.
Per prima cosa, dovete accertarvi che sia stata selezionata la protezione DRM dei file audio creati.
A tal fine fate clic sul tasto destro sulla barra blu scuro che sovrasta la finestra di Windows Media Player, e scegliete dal menu la voce “Strumenti/Opzioni”. Selezionate la scheda “Copia musica da CD” e, nel caso non ci fosse, mettete la spunta alla casella “Aggiungi la protezione contro la copia ai file musicali”.
È possibile che appaia un messaggio di errore, nel qual caso sarà necessario aggiornare Windows Media Player perché scarichi da Internet i componenti necessari alla protezione DRM. A questo punto, inserite nel lettore del PC il CD contenente la vostra musica, e fate clic sulla voce “Copia musica da CD”.
Si avvierà automaticamente a procedura di copia (se non dovesse avviarsi, fate clic sul pulsante “Avvia copia da CD”).
I file creati nella cartella Musica saranno protetti da DRM e non copiabili liberamente.
Autorizzare gli utenti tramite un sito Web
Vidlock è un sistema che consente di creare file audio o video con DRM, che obbligano l’utente a richiedere un’autorizzazione presso un sito Web di vostra scelta (il vostro, per esempio).
Per un numero limitato di autorizzazioni è completamente gratuito.
Ecco come si usa.
Andate al sito vidlock.com, e all’interno della pagina fate clic sulla voce “Sign-up”.
Nella pagina successiva, create il vostro account gratuito specificando un nome utente, una password e, molto importante, l’URL del sito cui gli utenti del vostro file dovranno collegarsi. Fate clic su “Create Account”.
Nella pagina successiva, fate clic sulla voce Download, scaricate il file del software Vidlock ed eseguite la procedura di installazione. Al termine, lanciate il programma: si aprirà una finestra in cui dovrete inserire il vostro nome utente e la password.
Nella finestra che si aprirà, fate clic sul pulsante “Encode Files”. Avrete poi due opzioni, “Basic” e “Advanced”. Con la “Basic”, avrete una sola licenza permette di accedere a tutti i vostri video. Fate clic, quindi, sul tasto “Basic Encoding”.
Si aprirà una nuova finestra, scegliere la cartella contente i file da codificare.
L’elenco dei file apparirà nella cartella sottostante. A quel punto fate clic sul tasto “Start Encoding”.
I file, se privi di DRM, verranno codificati con la protezione. Perché il vostro sito Web sia in grado di attribuire le licenze in modo corretto, dovrete aggiungere da qualche parte all’interno del codice della vostra pagina Web all’interno del vostro account nel sito Vidlock, dovrete inoltre specificare, alla voce “License URL”, l’indirizzo della pagina cui l’utente sarà inviato per recuperare la licenza. Nello spazio sotto potete anche specificare una pagina cui l’utente verrà inviato per avere conferma che la licenza è stata ottenuta (la dovete creare voi!).
Ricordate che il sito consente di avere gratuitamente fino a 50 utenti. Per numeri maggiori dovete pagare, facendo clic sul tasto “Upgrade to Basic Account”.
Diritti digitali
Nel caso di file audio è disponibile una forma di protezione molto più efficace, ovvero quella che comprende la gestione dei diritti digitali (Digital Right Management, abbreviata DRM).
Questa tecnologia permette di diffondere file audio ponendo vincoli molto precisi sul modo in cui questi potranno essere successivamente modificati o duplicati.
Bisogna innanzitutto premettere che il DRM è limitato ai formati audio che specificamente lo prevedono, che sono poi quelli normalmente utilizzati per la vendita on-line di musica a pagamento.
Nella fattispecie, i formati che consentono il DRM sono il Windows Media Audio (WMA) creato da Microsoft, e l’Advanced Audio Coding (AAC) di Apple.
In questo articolo faremo riferimento principalmente al primo, ma le considerazioni valgono anche per il secondo. Analoghi metodi esistono anche per formati video come il Windows Media Video (WMV).
Da notare che il più diffuso formato audio compresso, l’MP3, non prevede alcun tipo di protezione DRM.
Il funzionamento del sistema DRM è semplice.
Poiché i formati che lo utilizzano sono proprietari, tutti i decoder prodotti su licenza (i programmi per ascoltare l’audio digitale), sono obbligatoriamente dotati di un sistema di verifica della liceità del file da decodificare. Al momento di riprodurre la musica, il programma va a verificare la presenza, all’interno del computer o del lettore MP3, di una licenza d’uso che ne consenta l’uso.
Se la licenza è assente, la riproduzione si interrompe. L’efficacia di questo metodo è molto elevata, dato che chi non dispone della licenza non può in alcun modo riprodurre il file. Tuttavia questa efficacia ha un prezzo, dal momento che crea numerose difficoltà all’utente, anche di fronte a un utilizzo legittimo del file.
Per esempio, chi cambia computer può trovarsi impossibilitato a utilizzare i propri file protetti da DRM, pur legittimamente ottenuti, a causa del fatto che il file di licenza originario fa riferimento a un computer differente. Per questo motivo i metodi DRM prevedono metodologie con cui la licenza può essere trasferita a un diverso dispositivo.
Il software Windows Media Player permette di trasferire file WMA verso lettori MP3 o altri dispositivi in rete, creando una nuova licenza sul dispositivo di destinazione. Spesso, per evitare abusi è previsto un numero massimo di trasferimenti, dopodiché il file cessa di essere copiabile. Un altro metodo è quello di richiedere la licenza tramite un collegamento a un sito Internet.
In questo modo, si può legare la concessione della licenza alla registrazione (gratuita o a pagamento) presso un determinato sito. Nel passo a passo di pagina 65 spieghiamo come proteggere con DRM un file audio creato con Windows Media Player, mentre a pagina 66 vi insegnamo anche come legare l’ascolto di un file all’iscrizione a un sito Internet.
Tenete presente, però, che anche i metodi DRM non sono infallibili.
Per cominciare, esiste sempre il cosiddetto “buco analogico”. Quando un file audio digitale viene riprodotto, deve forzatamente essere convertito in un segnale analogico dalla scheda audio. Questo segnale è necessariamente privo di protezioni è può essere riconvertito in un file digitale non protetto, anche se a prezzo di una diminuzione di qualità dovuta alla doppia conversione, da digitale ad analogico e viceversa.
Inoltre, se il DRM consente la masterizzazione del file su CD-Audio, è sempre possibile estrarre l’audio dal CD creando un file MP3 senza protezione.
Non esiste, quindi, una forma di protezione che sia davvero efficace al cento per cento.
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